Festa di laurea? ecco come si festeggia in Veneto

Laurearsi è un grande traguardo. Significa la fine di un lungo percorso di studi e sacrifici ma anche il passaggio ad una nuova tappa della vita; è per questo che in ogni paese (in alcuni più di altri) la laurea viene festeggiata come una festa speciale.

Qui in Italia, per rimanere molto vicini precisamente a Venezia, la laurea viene sentita particolarmente: la tradizione prevede una serie di “passaggi” obbligatori pensati e organizzati da amici e parenti del festeggiato.

 

Come prima cosa non appena dato l’esito della discussione finale il neo-dottore o la neo-dottoressa deve indossare una corona d’alloro e tenerla fino alla fine della giornata.

Perché proprio l’alloro?  Perché nell’antichità era la pianta consacrata ad Apollo, dio del sole e della poesia. Il legame tra alloro e poesia è poi rimasto nel tempo: esso conferiva il titolo di “laureatus”, perché alloro in latino, si scrive “laurus”. Proprio da questo nasce il termine laurea o laureato, cioè “colui che porta la corona d’alloro”.

 

Una delle usanze immancabili a Venezia è il “papiro” preparato dagli amici all’insaputa del malcapitato, dove in un testo molto lungo, rigorosamente scritto in dialetto veneto, si ripercorrono gli aneddoti imbarazzanti della vita del festeggiato dall’infanzia fino al giorno della laurea.

Il cosiddetto papiro viene scritto su un grande cartellone e fatto leggere a voce alta al neo-dottore dopo la proclamazione. Ad ogni errore di lettura viene data una “penitenza” e cioè il festeggiato deve bere un sorso della bottiglia che puntualmente compare in quel momento e che può contenere dal semplice prosecco al mix di svariati alcolici messi insieme.

 

Il famoso papiro con le “prodezze” del neo dottore viene affisso nelle piazze e nei bar della città, in parte per mostrare l’orgoglio del traguardo raggiunto e in parte per continuare la presa in giro.

Per rendere il tutto ancora più imbarazzante per lui, durante la lettura si predispone un “abbigliamento consono” al giorno della festa: possono essere dei vestiti che rappresentano le passioni del laureato, come una tuta da sci soprattutto se la laurea è a luglio, o anche soltanto qualcosa che lo rende ridicolo, perché alla fine questo è il prezzo da pagare per essere proclamato “dottore”.

Anche se non succede in tutti i casi, a volte gli amici hanno in minimo di pietà, la tradizione vuole che durante il “rituale” della lettura i presenti lancino uova, farina, zucchero e addirittura maionese addosso al malcapitato!

Non si può nascondere che molti di questi atteggiamenti non siano proprio tollerati in città perché sporcano il suolo pubblico, per questo motivo spesso questi festeggiamenti non sono permessi nelle aree vicine alle università. Ma nonostante tutto molti continuano a portare avanti questa tradizione, magari premunendosi di teloni da stendere sul pavimento e portarsi via appena i festeggiamenti sono finiti.

Quando si organizza una festa di laurea a Venezia solitamente si sceglie un posto dove invitare amici e parenti, tra i più gettonati ci sono Campo Santa Margherita, famoso per i ritrovi degli studenti essendo un luogo ricco di locali.

Per finire la “cerimonia” di laurea nella città delle gondole è doveroso il lancio del cappello in piazza San Marco, organizzato dall’università Ca’ Foscari per i suoi studenti che si laureano alla triennale, questa usanza ha preso piede solo negli ultimi anni ma sta diventando un “must” per questo tipo di festa. Tra l’altro ricorda molto il rito di laurea americano: la proclamazione con il lancio del tocco, il cappello tipico della laurea.

 

Spesso chi si laurea sceglie di regalare ai propri invitati delle bomboniere per ricordare il grande traguardo raggiunto. In grandissimo aumento la scelta delle bomboniere solidali per far si che il giorno della laurea diventi anche un giorno di festa per tante altre persone che vivono in situazioni disagiate.

 

 

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